Vasiliy Kandiskij al Bauhaus


Vasiliy Kandiskij nacque nel Dicembre del 1866 a Mosca, frequentò dal 1876 il ginnasio di Odessa.
Dal 1889 effettuò un viaggio di studi scientifici nel Governatorato di Volagda: "E' stato qui che imparai per la prima volta a guardare un quadro non solamente dall'esterno, ma "entrarvi", a muovermi in giro con esso e a mescolarmi con la sua vita".
L'avvenimento è il primo segnale dell' attenzione del pittore all'elemento popolare, deciso per la sua evoluzione artistica.
Dopo un breve viaggio a Parigi (compiuto con la cugina Anja che ha sposato nel 1892) e a San Pietroburgo, dove visitò il museo dell'ermitage, rimanendo influenzato dalla pittura di Rembrant: "Rembrant mi colpì profondamente. La divisione dello scuro e del chiaro, la dissoluzione dei toni secondari e la loro perfetta fusione (...). I primi colori che mi colpirono furono un verde chiaro e vivace, il bianco, il nero, il rosso carminio e il giallo ocra."
Nel 1893 conseguì la laurea, diventando assistente presso la facoltà di legge dell'università di Mosca.
Nel 1896, in una mostra a Mosca dedicata agli Impressionisti, rimase fortemente colpito dai quadri di Moneti che gli fecero intravedere, per la prima volta, la possibilità di un'esperienza pittorica libera dalle imposizioni del soggetto interno. Nello stesso anno partì per Monaco, per studiare pittura
Nel 1900 Kandinskij entrò all'Accademia di Monaco, diventando allievo di Franz Von Stuck.
Dopo un viaggio in Italia, tra il 1903 e il 1906, Kandinskij eseguì parecchie xilografie, dipinti di personaggi, opere di soggetto romantico ad olio, tempera, scene russe con tecnica a macchia: queste opere rivelano l'interesse di Kandinskij per la pittura degli Impressionisti.
Nel 1907 lasciò l'Italia dove soggiornò a Rapallo negli ultimi tempi, e si trasferì per un anno a Parigi.
In questi anni l'artista russo partecipò a tutte le iniziative che in Europa promuovevano l'arte moderna d'Avanguardia (es. la mostra dellla Seccessione a Berlino, l'esposizione dei giovani artisti di Odessa, riuniti nella "Brucke").
Il carettere della pittura di Kandinskij in questo periodo, subì un notevole mutamento: la gamma cromatica delle sue opere raggiunse una particolare intensità e i rapporti spaziali assunsero una marcata dinamicità.
Al ritorno a Monaco (1907) Kandinskij continuò a dedicarsi alla produzione incisoria e xilografia.
Nel 1911, uno dei fondatori, insieme a Javlenskij, della Neue Kunstlerverreinigung da cui  nacque il Blale Reiter (o Cavalliere Azzurro); che divenne un movimento artistico importante. Lo strano nome di questo movimento fu così spiegato dalla stesso Kandinskij: "Il nome, Der Blave Reiter, lo troviamo davanti a una tazza di caffè sotto il pergolato di Sindelsdorf: a tutti e due piaceva; a Marc i cavalli, a me i cavallieri. E così venne fuori da solo. Ma il favoloso caffè di Frau Maria Marc ci piacque ancora di più".
Ritornato in Russia nel 1914, Kandinskij compose opere che rivelano un attenzione maggior alla raffinatezza cromatica e alla complessità delle elaborazioni.
Nel 1916, a Stoccolma, conobbe Nina Andreesskaja che diventerà sua moglia l'anno successico (dalla prima moglie si era separato nel 1904). Tra il 1918 e il 1921 venne nominato professore dei liberi atelier di stato, direttore del Museo d'Arte di Mosca, professore onorario dell'università della città russa e vicepresidente dell'accademia russa di scienze artistiche.
In questi anni si oppose al costruttivismo, mirando all'assoluta autonomia dell'arte rispetto alla politica, per questo motivo i sostenitori del suprematismo e del costruttivismo definorono le sue opere "belle carte colorate o tappezzerie".
Nell'estate 1922 è a Weimar, al Bauhaus, dove trovò Paul Klee e L. Feininger, già suoi compagni del "Blave Retter".
Kandinskij diventò maestro della forma nell'atelier di pittura murale e tenne un corso introduttivo dedicato alla propedeutica artistica.
L'anno successivo tenne la sua prima personale a New York e nel 1924, con Klee e Feininger costituì un'associazione "I Quattro Azzurri" che si occupava di organizzare varie mostre negli USA.
Le sue vicende personali dal 1925 seguirono quelle del Bauhaus: si trasferì a Dessau e tenne un corso libero di pittura.
Nel 1928 ottenne la cittadinanza tedesca e nello stesso anno mise in scena, al teatro di Dessau, i quadri di una esposizione di Musorgskij.
Nell'estate del 1930 si recò in Italia, rimanendo molto colpito dai mosaici ravvennati così come nel 1903 lo avevano entusiasmato quelli di S. Marco a Venezia.
Nel 1931 creò la decorazione in ceramica per una sala da concerto progettata da Meis van der Rohe (terzo direttore del Bauhaus) a Berlino.
Nel decennio 1932-1942 espose le sue opere in moltissime mostre, ottenendo un notevole successo. Nel 1959 morì a Nevilly, un sobborgo di Parigi, sua residenza dal 1933.

Kandinskij al Bauhaus.
Kandinskij fu l'unico pittore, che dopo aver conosciuto Gropius, rimase più a lungo al Bauhaus come docente. Infatti fu solo Kandinskij a partecipare agli alterni destini della scuola, portando avanti nel contempo la sua produzione artistica.
Nel sistema binario di un insegnamento, pratico e teorico, propugnato dal Bauhaus, le lezioni sulle forma erano affidati proprio ai pittori in quanto da essi Gropius si aspettava quelle innovazione che riteneva necessarie nell'arte e nella vita. Tuttavia, le idee di Kandinskij riguardo ad una sintesi delle arti erano vicine al programma del Bauhaus, senza però fondersi con esso.
Kandinskij giunse al Bauhaus nel momento decisivo in cui la scuola passave delle sue origini con sfumature espressioniste e un'impronta sociale riformista alla situazione del 1923, con l'istanza di Gropius "Arte e Tecnica: una nuova vita".
Il contratto di lavoro, stipulato il 16 Giugno 1922, prevedeva il suo impegno "in qualità di maestro docente presso il Bauhaus" del primo Luglio 1922 sino al 30 Giugno 1925 con una retribuzione base di 35000 marchi più indennità di spesa.
Secondo fonti dell'epoca (lettere, diari e verbali interni del Bauhaus) Kandinskij e Gropius erano agli antipodi per quanto concerneva l'unità di arte e tecnica come quella che doveva manifestarsi nel DESIGN e nel lavoro industriale.
Kandinskij riteneva predominanti gli aspetti artistici rispettò a quelli tecnico-artigianali. Anche la questione del riferimento alla pratica nei laboratori era ripetutamente oggetto di discussioni. Infatti Kandinskij raccomandava la laboratorio di scultura di strutturare l'intero corso in modo puramente scientifico qualora non fosse possibile un'applicazione pratica del lavoro.
Nel periodo di permanenza la Bauhaus Kandinskij tenne un seminario sul calore e un corso di disegno analitico, entrambi per gli studenti che si trovano all'inizio dei loro studi.
Le testimonianze riportate dagli allievi rispetto al loro maestro sono esemplificate: "Il rapporto fra gli studenti e Kandinskij era molto rispettoso, ammiravano la sua chiarezza e la sua logica. E'stato molto determinante; quello che diceva era sempre ragionevole e provato da fatti. Con Klee invece era sempre tutto indefinito".
"Kandinskij possiedeva il talento meravilgioso di non elevarsi al di sopra dei propri studenti, ma di aiutarli e guidarli nel loro sviluppo (...). Rispettava il talento individuale e la personalità il talento individuale e la personalità dello studente. Sapeva essere molto sicuro di sè, ma era sempre cortese".
Però Kandinskij non fu mai completamente soddisfatto del Bauhaus di Weimar e della sua attività di docente in quella sede; infatti scrisse a un suo socio Will Grohmaun: "Vorrei ringraziarla (...) al Bauhaus, che per molti aspetti apprezzo, sono di troppo. Nelle lezioni posso arrivare soltanto fino a un certo limite, perché quello che va oltre non rientra nei limiti del Bauhaus".
Quando nel 1925 la Bauhaus di Weimar si dovette sciogliere, Kandinskij si recò a Dessau continunado i suoi corsi sulla forma e sui colori, cominciati a Weimar.
Nella primavera del 1928 Hannes Meyer divenne il nuovo direttore del Bauhaus; egli sosteneva che tutte le cose di questo mondo sono un prodotto della formula: "Funzione moltiplicata per economia".Quindi tutta l'arte è composizione, e per questo inadeguata.
Meyer concesse le libere classi di pittura, focalizando però il suo interesse sulla tecnica, l'architettura e il design in rapporto con il sociale.
Le sue lezioni vennero ben presto attaccate da studenti d'orientamento comunicativo; lo stesso Kandinskij divenne il capo dell'opposizione contro il nuovo direttore.
Sulla questione dell'insegnamento dell'arte e del suo peso nel corso di studi al Bauhaus si arrivò al conflitto anche con Mies van der rohe, che voleva limitare queste nozioni. In poco tempo la pittura perse la sua importanza all'interno della scuola e nel 1932 Kamdinskij diventò l'unico pittore della scuola.
Dopo la chiusura definita del Bauhaus, Kandinskij riflettè sull'ordine degli artisti moderni alla Unione della Cultura Nazionale dominata dai Nazisti, ma rimanendo, però, sempre fedele al Bauhaus, anche in esilio: infatti aveva in mente di fondare un Bauhaus americano: "Si, il New Bauhaus"

Vasilij Kandinskij: alcune opere.
Accento in Rosa. Dopo il viaggio in Germania Kandinskij si avvicinò ad una nuova tendenza a geometrizzare le proprie composizioni secondo schemi che riflettevano nelle varie forme altrettante espressioni di diversi sentimenti e scrisse nel 1926 il libro Punto. Linea. Superficie, in cui ordinò le sue nuove teorie sulla simbologia formale.
In Accento Rosa, creato nel 1926, si assiste a una definizione geometrica ancora parziale; il fondo della composizione non è monocromo e le forme si stagliano su due diversi fondali, digradando ancora in aloni e sfumature, pur propronendo un rigoroso ordine, che risulta decisamente nel successivo Punte nell'arco.
Il quadro è stato realizzato con tecnica ad olio su tela, con una grandezza di 100x180 cm; esso si trova tuttora a Parigi al Centre Pompidou.
Punte nell'arco. In questa opera il ritmo dolcemente oscillante dell'arco formato dai triangoli attenua la severa geometrizzazione lasciando spazio al gruppo di forme sul fondale nero che si inserisce nel lato sinistro del quadro. L'opera è stata realizzata nel 1927 su tela con tecnica ad olio, con una grandezza di 66x49. Essa si trova attualmente a Parigi in una collezione privata.
Studio per Composizione II. Questa opera fa parte di una serie di Composizioni eseguite da Kandinskij tra il 1910 e il 1915.
Le Composizioni, infatti, presentano una struttura del linguaggio tale da far affermare con l'artista che "l'arte e la natura sono campi assolutamente separati". Ciò non significa certo che la cosa fosse facilmente praticabile e che di fatto si rivelasse tale in tutte le opere cui si riferisce. Tuttavia quella era per Kandinskij la meta da raggiungere. Ecco perché agiva su di lui "come una preghiera"; perché, infine, quelle opere erano "lungamente elaborate" fino alla pedanteria. Inoltre un elemento molto importante da sottolineare è che lo sviluppo di ciascuna Composizione, che si può esaminare abbozzo dopo abbozzo, "ci permette di notare come, già nel 1910, l'insieme si organizzasse a partire da un nucleo astratto. (...) Sommariamente egli indica, con frecce, alcune direzioni, risultato estetico, nello schizzo gli preme di fissare nella sua totalità la tensione e l'emozione che lo spingono a realizzare il quadro. Dopo verranno ad aggiungersi i dettagli".
Senza Titolo (Ovale n. 2). Viene analizzato questo lavoro in primo luogo per fornire una visione più ampia di questo pittore moderno, ma soprattutto per quest'opera è quella che più di tutte mi ha impressionato; i colori e l'impostazione delle linee e delle figure geometriche rivelano un volto umano. Quest'opera si avvicina, sia come impostazione sia come utilizzo di figure geometriche ad Accento in Rosa e Punte nell'arco.

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