Weimar e la Bauhaus



Premessa.
Con la nascita e l'affermazione della Repubblica di Weimar si verificò, in Germania, una rivoluzione del costume e della morale che introdusse nuove pretese di modernità. Il primo conflitto mondiale aveva originato profondi mutamenti nella vita di tutti i giorni dall'abbigliamento, al comportamento sociale, dall'atteggiamento verso il lavoro e lo svago, ai rapporti familiari, dalla fede religiosa ai rapporti fra i sessi.
Anche la "liberazione" della donna da condizionamenti del passato, costituì uno degli aspetti che tese ad affermarsi con la nascita della Repubblica di Weimar; infatti le donne erano riuscite ad ottenere il diritto di voto e le loro possibilità di istruzione erano molto aumentate, così come l'opportunità di emergere nel mondo degli affari. Accanto alle rivolte femminili si affermò anche quella giovanile, che si tradusse in una rivolta contro le autorità costituite (Padre, Maestro, etc.).
In questo clima di mutamenti la Germania di Weimar, a differenza del passato in cui sempre si erano osteggiate le affermazioni di elementi innovativi e moderni, divenne velocemente, come verrà definita più tardi, la culla della modernità, grazie anche alla nascita di movimenti che andavano dall'Espressionismo in Arte e Letteratura, fino all'architettura del Bauhaus. Non bisogna inoltre dimenticare la nascita di nuove scienze come la fisica della Relatività, la Psicanalisi, la Sociologia della Conoscenza, la Musica atonale e la Cinematografia.

Il Bauhaus.
Il Bauhaus nacque a Weimar nel 1919 sotto la guida dell'architetto tedesco Walter Gropius. La scuola, che divenne una delle più importanti, nacque dall'unificazione dell'Accademia di belle arti e della scuola di Arti e mestieri; essa ebbe due sedi: la prima, tra il 1919-1928, con Gropius a Weimar e la seconda, fino al 1933, a Dessau con Hannes Meyer. In questa città il Bauhaus si dovette scontrare con le forze nazionaliste, che ne ordinarono la chiusura, tagliandone i fondi, perché la consideravano troppo cosmopolita.
Il sindaco di Dessau, contento di poter ospitare la rinomata scuola di Weimar, trova i fondi per costruire i nuovi edifici necessari: la scuola, gli alloggi per gli studenti, le nuove abitazioni  dei professori. Il programma di insegnamento della scuola viene revisionato e mentre a Weimar esisteva una separazione fra teoria artistica e pratica artigianale, a Dessau viene più direttamente indirizzato e preparato un nuovo "tipo di collaboratore per l'industria, l'artigianato e la costruzione, che padroneggi in eguale maniera la tecnica e la forma".
"(...) La guerra mondiale, durante la quale presero per la prima volta forma le mie premesse teoriche a darmi la coscienza piena, basata su autonoma riflessione, delle mie responsabilità di architetto". Ma l'idea primaria sempre presente nei suoi discorsi era di "riunificare in una nuova architettura, come sue parti inscindibili, tutte le discipline pratico-artistico: scultura, pittura, arte applicata ed artigianato".
Gropius vide che doveva essere assegnata una nuova meta all'architettura, preparando una nuova generazione di architetti a stretto contatto con i mezzi moderni di produzione, in una scuola pilota che  doveva porsi come esempio da seguire. Per questo progetto occorreva una schiera di collaboratori e di assistenti che avrebbero lavorato, non come un'orchestra che obbedisce alla bacchetta del direttore, ma autonomamente, anche se in stretta collaborazione e con fini comuni.
Al Bauhaus si insegnava scultura, teatro, fotografia, lavorazione dei metalli e del legno, ceramica, tipografia e grafica pubblicitaria, pittura murale e tessitura; ogni disciplina aveva un laboratorio in cui essere esercitata e dove l'allievo aveva la possibilità di sperimentare l'insegnamento. Ma il fine principale del Bauhaus fu anzitutto quello di ridurre la schiavitù dell'uomo dalla macchina.
Il suo principio informatore era quello secondo cui la progettazione "non è faccenda intellettuale né materiale", ma parte necessaria a tutti in una società civile. L'ambizione primaria era destare l'artista creativo all'estraneità del suo mondo e reintegrarlo nel mondo concreto della realtà; diceva Gropius: "L'obiettivo del Bauhaus non era propagandare in qualunque 'stile', sistema o dogma, ma semplicemente esercitare un'influenza rinnovatrice, dar nuova vita al comporre. Uno stile Bauhaus sarebbe stato un confessarsi battuti e un tornare a quella inerzia sfibrante, a quello stagnante accademismo per combattere il quale avevo creato il Bauhaus".
Non si può non considerare lo sviluppo del Bauhaus se non collegato alla vicenda storica del periodo della repubblica di Weimar; da questo si comprende che il Bauhaus ebbe tre "vite"; gli avventurosi tentativi degli inizi, le realizzazioni degli anni della maturità ed infine il frenetico pessimismo che né accompagnò la fine.
Il periodo tra il 1918 e il 1924 fu denso di avvenimenti: tentativo di rivoluzione, guerra civile, occupazione straniera, assassini politici, inflazione alle stelle si accompagnarono, però ad una sperimentazione intensa in campo artistico.
Nel momento successivo la Germania godette di una certa stabilità fiscale, di un rinnovato prestigio all'estero e di una diffusa prosperità all'interno , mentre, in campo artistico, si entrò nella fase  della "Neue sachlichkeit", dell'obiettività, del realismo e della solidarietà.
Poi, dal 1929 al 1933, la disoccupazione salì livelli disastrosi e anche la situazione politica degenerò, fino alla prese del potere da parte di Hitler.

La nascita dell'espressionismo: pittura, architettura letteratura, la cinematografia, il teatro e la musica.
La parola Espressionismo ha origini poco chiare, secondo alcuni critici è un termine attribuibile a Julien-Auguste Hervè, che chiamò Expressionisme alcuni suoi quadri naturalistici esposti nel 1901 a Parigi o al critico Vauxcelles, che l'avrebbe usato parlando di Matisse, oppure al gallerista Paul Cassirer, che di fronte a un quadro di Pechstein avrebbe detto che non si trattava di Impressionismo, ma di Espressionismo.
Secondo lo scrittore Hermann Bahr, che nel 1916 aveva scritto un libro sull'espressionismo: "(...) l'occhio dell'impressionista sente soltanto, non parla; accoglie la domanda, non risponde. Invece degli occhi gli impressionisti hanno due paia di orecchi, ma non hanno bocca (...) ed ecco l'espressionista riaprire all'uomo la bocca. Fin troppo ha ascoltato tacendo, l'uomo: ora vuole che lo spirito risponda".
Infatti l'Espressionismo si presenta come volontà esasperata di comunicazione, di Espressione, che si avvale del colore, dalla linea, del tema  stesso della composizione. Al contrario dell'Impressionismo, che basava tutto il suo discorso sull'elaborazione dei dati della natura, l'Espressionismo dà più importanza al soggetto, alle sue emozioni e alla sua interiorità.
Gli autori che diedero un impulso a questo movimento furono, soprattutto per la violenza dei loro colori, Van Gogh, Gauguin, Ensor e Munch. Anche la pittura negra e primitiva aveva contribuito a suggerire un'espressione decisa e diretta, che contenesse in sé l'IMMEDIATEZZA COMUNICATIVA della deformazione e il fascino grottesco e aggressivo di un'estetico anti rinascimentale.
Bisogna dire che l'Espressionismo è un movimento che si sviluppa non solo in Germania, ma anche nel resto dell' Europa. Infatti cronologicamente il primo gruppo espressionista fu quello francese dei Fauves, che espose a Parigi al Salon d'Autonne del 1905. In questa occasione il critico Vauxcelles, scorgendo una scultura tradizionale, tra le opere di Matisse e degli altri pittori aderenti a questa corrente, sembra avesse esclamato: "Ecco Donatello fra le belve".
Gli aspetti principali e comuni dei Fauves erano: il rifiuto delle leggi prospettiche, del volume e del chiaroscuro tradizionale.
Nel 1905 in Germania e precisamente a Dresda, si formò il gruppo del Ponte (Die Brucke). I pittori tedeschi, pur avendo punti in comune con gli artisti francesi, rivelavano una predisposizione per il romantico.
Vi era anche una profonda attenzione per le tecniche grafiche con forti contrasti tra luce e ombre. Ideali affini si ritrovano anche nel movimento del Blave Reiter (Cavaliere Azzurro), sorto a Monaco nel 1911, punto di partenza dell'astrattismo lirico ed espressivo del quale furono promotori artisti del calibro di Kandinskij e Marc, ed alle cui mostre presero parte i pittori del gruppo Die Brucke. In Austria le opere tarde di Klimt e soprattutto i lavori di Schile e Kokoschka furono testimonianza dell'avvento espressionista.
In Belgio va ricordato il gruppo di Laethem, cosi chiamato dal nome del villaggio nei pressi di Ostenda dove si incontrarono i primi esponenti dell'espressionismo belga. Tra il 1920 ed il 1924 sempre in Germania, prese vita il movimento della cosiddetta Nuova Oggettività: un gruppo composito che unì all'elemento espressionista una componente di aspra denuncia sociale.
Lo stato Germanico, che sempre in passato osteggiò la nascita e lo sviluppo della cultura moderna, non rappresentò un ostacolo per la fioritura di innovazioni artistiche e per la crescita del movimento modernista, così durante la repubblica di Weimar pittori, poeti, drammaturghi, psicologi, filosofi ed architetti furono impegnati in un libero scambio di idee a livello internazionale, accogliendo così nuovi gusti. Un esempio è rappresentato dal pittore Kandinskij che, prima di giungere al Bauhaus, elaborò uno stile personale, noto dal contatto con diversi artisti francesi e russi. Altri pittori "tedeschi", come Kierchnez, Marc e Klee si formarono, pur mantenendo le personali inclinazioni, seguendo il norvegese Munch, il francese Gaugin e l'olandese Van Gogh; anche il movimento futurista italiano fu oggetto di ampia attenzione nei circoli tedeschi d'avanguardia sin dal 1913 con il suo esponente Marinetti.
In campo artistico l'espressionismo, che aveva dominato la cultura di Weimar negli anni della formazione, influenzò molti poeti che esposero dipinti oltraggiosi e pubblicarono riviste d'avanguardia. Dovunque i giovani artisti ruppero con la pomposità dell'arte accademica e cercarono di staccarsi dalla vita materiale per coltivare la loro vita interiore e soddisfare l'ansia confusa di rinnovamento umano e culturale.
Fra il 1924 e il 1929, come ho già accennato precedentemente, in campo artistico si entrò nella fase della Neue Sachlichkeit. Questo movimento fu caratterizzato dal ritorno alla semplicità e alla chiarezza. Importante fu l'apporto dell'architetto Erich Mendelsomin che progettò alcuni famosi edifici del periodo della Repubblica di Weimar, fra cui il cinema Universum a Berlino (1927) e i grandi magazzini Schocken a Chemnitz, costruiti fra il 1928/29. Mendelsomin sostenne con insistenza che era compito dell'architetto unire ciò che definiva l'analisi e la dinamica, al ragione e l'irrazionale :"Fra questi due poli, il razionale e l'irrazionale, si muove la mia natura, la mia vita e la mia opera"; scrisse anche:"che il fattore primario è la funzione, ma se alla funzione non si mischia la sensualità, quanto si fa è pura costruzione. Non sono mai stato fautore tanto acceso del mio programma di riconciliazione".
Adottando l'appropriato termine hegeliano "Aufheben" che significa elevare, annullare, ma anche conservare, Mendelsomin si dichiarò convinto che la perfetta realizzazione architettonica è quella in cui ogni dualismo è "aufgehoben", com'è "aufgehoben",in ogni organismo, creatura ed opera d'arte.
Fra i poeti più famosi della repubblica di Weimar troviamo S. George che attinse, dai poeti tedeschi alcune caratteristiche che abbandonò nel momento in cui venne a contatto con Baudelaire, poeta maledetto, e Mallarnè. Fra gli scrittori vi fu Franz Werfel che, nel suo romanzo, ritrasse il compositore Verdi in un periodo di improduttività.
Accanto al Bauhaus, il più famoso prodotto della repubblica di Weimar fu un film, messo in distribuzione a Berlino nel febbraio 1920, "Il Gabinetto del Dottor Caligari", in questa opera si trovava la Germania "gotica", tenebrosa, demoniaca e crudele, come sostengono alcuni produttori. Con la sua trama d'incubo, i suoi scenari espressionisti, l'atmosfera inquietante, questo film continua a impersonare, per la posteriorità, lo spirito di Weimar in modo altrettanto concreto con gli edifici di Gropius e le astrazioni di Kandisnkij.
L'opera risulta, oltre che decisiva per la storia del cinema, anche istruttiva per il momento storico di Weimar, per quella sopratutto dei suoi primi anni espressionisti; infatti essa ricalca fedelmente le esperienze notturne, la disperazione provocata dalla guerra in due giovani scrittori; il ceco Hans Janowitz e l'austriaco Carl Mayer.
L'opera fu prodotta da Erich Pommer che, diventato uno dei più influenti produttori cinematografici del periodo di Weimar, accettò il soggetto e ne assegnò la regia a Robert Waine. Il film fu realizzato in due edizioni, una tanto nella fase originale che in quella definitiva, esso veniva a rispecchiare le incertezze degli espressionisti e la loro confusione ed è per questo motivo che il "Gabinetto del Dott. Caligari" dette inizio alla corrente del cinema espressionista.
In questo stesso anno, il produttore Wiene produsse Genuino, compiaciuta storia fantastica di sangue e sfrenatezza, e due anni dopo Fritz Lang girò Il Dottor Mablise, una storia alla Caligari di delitti stravaganti, ipnotismo e follia finale.
Il teatro realista del periodo di Weimar affonda le sue radici nei grandi autori norvegesi come Ibsen, le cui opere erano conosciute in Germania già prima della guerra. Il teatro espressionista tedesco invece nasce e si sviluppa in questo periodo grazie alle sperimentazioni di Strinberg e Brecht. Questo ultimo diventerà uno dei pilastri della drammaturgia moderna oltre che tedesca, influenzato soprattutto dai poeti e scrittori stranieri come Villon, Rimbald e Kipling.
I drammaturghi espressionisti furono dotati di maggior inventiva e certo più articolati. Prolifici e ostili alle regole, al pubblico realizzarono lavori teatrali eccentrici per trama, allestimento scenico, dialoghi, personaggi, recitazioni e regia. Le scene erano appena accennate e l'illuminazione lasciava molto all'immaginazione dello spettatore, la recitazione si elevava alla declamazione per divenire spesso puro e semplice Urlo.
Questi lavori erano pieni di vita, con poche concessioni all'eleganza e del tutto privi di ironia. Il loro messaggio "stridente" e immediato, si segnalò come un grido d'aiuto, domanda di riforma.
L'uomo più influente del teatro di Weimar fu Leopola Jessner, che nell'estate del 1919 ricevette l'incarico di dirigere lo Staatliches Schauspielhaus di Berlino, rappresentando con successo testi di Ibsen e di molti altri.
I contributi alla musica moderna del periodo di Weimar furono, in un certo senso, meno appariscenti, ma ciò nonostante notevoli.
Accanto alla figura del grande musicista Richard Strauss si svilupparono delle cosiddette Forme Nuove attraverso la personalità dei compositori Hindemith e Schoberg. Il primo si rivelò ben presto in grado di reggere la propria fama, diventando un influente e versatile musicista e compositore sia in Germania che all'estero. Infatti nella sua terra dopo il 1927 diresse la classe di composizione alla Berlin Hochschule Fur Musik, mentre all'estero scrisse alcuni quartetti per archi, una serie di arie ispirate alle poesie di Rilke e dell'espressionista George Talk, musica jazz e alcune opere, due delle quali Cardilla del 1926 e Mathis Der Maler del 1934 entrarono nel repertorio europeo.
Meno prolifico, ma più rivoluzionario come tecnica fu Arnold Schoberg, il creatore della musica dodecafonica e atonale, che diventò il bersaglio favorito dai tradizionalistici. Di lui le opere più importanti sono: Wozzek e Lulù.



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