Caratteristiche del Bauhaus.


Premessa.
La scuola d'architettura e d'arte applicata più famosa del periodo della repubblica di Weimar, fu la Bauhaus, sorta nel 1919 essa fu fondata da Walter Gropius che ne rimase alla guida fino al 1928.
Gli anticedenti di questa scuola sono il movimento morrisiano dell'Arts and Crafts, le Kunstgewerbeschule e il Werkbund tedeschi: movimenti nei quali si riflette l'ansia ottocentesca di affermare il carattere di socialità dell'arte, ma nei quali la socialità non si pone più come una missione da compiere o un ideale da difendere, bensì come carattere o natura specifica del fatto artistico.
L'arte perciò non più rivelazione del creato attraverso l'ispirazione , ma "Perfezione del Fare", ossia essa è basata sulle capacità tecniche dell'artista ed acquista un carattere sociale. La Bauhaus di Gropius, soprattutto nel suo disegno iniziale, si basò sulla teoria già formulate in autori come Alois Riegl e Konrad Fiedler.
Alois Rielg (1858-1905), storico dell'arte di origine austriaco, considerava la storia dell'arte come una successione di fasi individuabili da elementi caratterizzanti, dovuti ad un particolare Kunstwollen (cioè  volontà o intenzionalità artistica), specifico per ogni epoca e corrispondente agli atteggiamenti generali di pensiero e culturali.
Alois Riegl influenzò il Bauhaus perché giunse al concetto di Artigianato come espressione di un sentimento della realtà che si acquista solo agendo. Un altro elemento importante presente in Riegl fu quello per cui appariva come pura visibilità cioè un linguaggio al servizio della conoscenza senza finalità estetiche.
Anche Konrad Fiedler (1841-1895) apportò la sua influenza al Bauhaus. Fu filosofo e critico d'arte tedesca, eseguì numerosi studi di estetica e critiche in campo artistico; infatti nel 1876 scrisse: "Giudizio delle opere d'arte figurative", mentre  nel 1887 "Origine dell'attività artistica". Inoltre per primo elaborò un nuovo concetto di Bello, inteso non come il fine stesso dell'arte, ma come un elemento della realtà: l'arte si manifesta solo a posteriori e corrisponde al piacere che l'opera d'arte procura.
Dopo l'affermazione di una simile concezione, si verificò il crollo di ogni principio estetico: la bellezza venne intesa come piacere che nasce non dalla contemplazione, ma dall'impiego dell'oggetto artistico (es. le vetrate).
Mentre in Fiedler l'arte venne posta come contemplazione produttiva e produttività illimitata, in Gropius divenne un problema storico, infatti si manifestò nel contrasto tra artigianato e industria; secondo Gropius l'arte poteva superare tale contraddizione purchè sapesse far propri i mezzi dell'industria.
In questa sua avanzata visione, Gropius venne soprattutto influenzato da Ruskin e Morris.
Tutte e due partivano e sviluppavano le loro "opere", basandosi su due concezioni principali. Nella prima idea portante era che il rapido sviluppo dell'industria avrebbe provocato la crisi dell'artigianato; infatti la sua ripetitività meccanica si distingueva dalla spiritualità del fare artistico, determinando così uno scadimento della cultura e del gusto; occorreva perciò dare all'artigianato il suo prestigio in campo artistico e la sua funzione economica.
Nella seconda si ribadiva che una impostazione classicista ed accademica dell'arte regolava l'artigianato in un piano inferiore e secondario.
In questo discorso rientrava la concezione di Morris, fondatore dell'Arts and Crafts, secondo cui bisognava tornare alla comunità di artisti, rinunciare all'individualismo che aveva ridotto l'arte ad una espressione d'orgoglio e di dominio.
Le idee di Morris giunsero in Germania grazie ad Hermann Muthesius, dando così un impulso nuovo allo sviluppo dell' industria in Germania che fino a questo periodo era rimasta in parte estranea a questa innovazioni.
Hermann Muthesius riteneva che l'industria sarebbe diventata il fattore essenziale del progresso e a differenza degli artigiani che inevitabilmente sarebbero scomparsi, essa avrebbe finito con il fornire alla società l'arte che questi ultimi non potevano più produrre.
Assumendo questa posizione, Muthesius sottolinea l'impossibilità di una reintegrazione dell'artigianato secondo i canoni del passato.
Il termine praticità assume il significato di concetto empirico e cioè agio di vita; l'equivalente tedesco della praticità britannica è la Sachlichkeit, cioè corrispondenza esatta e calcolata della cosa alla funzione, della forma all'uso.
L'oggetto scadrebbe a puro strumento se nella sua struttura non realizzasse una bellezza aderente o qualità cioè qualcosa che va al di là dell'oggetto artistico in sé.
Questa qualità si presenterebbe come perfezione pertinente all'oggetto, conseguita al termine di un certo processo tecnico, non trasferibile e non riconoscibile in una legge generale, ma nella proprietà particolare della forma.
Nel 1907 la Deutsche Werkbund, movimento nato a Monaco da H. Muthesius e in altri paesi europei che si contrappose al movimento dell'Arts and Crafts, ha il fine di cambiare tutti gli sforzi per ottenere la qualità del lavoro industriale.
Secondo questo movimento infatti non è la macchina che fa un lavoro scadente, ma la nostra incapacità di usarla efficacemente.
Perciò il Werkbund allarga e precisa l'idea morrisiana dell'arte come prodotto di collaborazione.
La macchina non consente l'intervento dell'artefice nel corso del processo esecutivo; tutto (problemi utilità, tecnica, materia....) deve essere risolto a priori, nell'ideazione (intesa come risultato di esperienze e competenze diverse). L'opera d'arte diventa un opera collettiva dove la macchina riceve e moltiplica l'impronta dell'ideazione, il movimento esecutivo è implicito, totalmente previsto, nel momento ideato. Sovrapponendo quei due momenti, l'opera è insieme di teoria (Ideazione) e pratica (Tecnica).
La tradizione costruttiva che prepara la didattica del Bauhaus è quella dell'architettura industriale tedesca. Essa nasce dalla stessa    radice  ideologica    dell'espressionismo   e    rispecchia la   stessa situazione storica.
Nell'espressionismo architettonico si vuole riassumere il conflitto tra spirito e materia nell'incontro di linee e masse, così ben evidenziato nell'opera di Mendelson (architetto tedesco, vissuto tra il 1887 e il 1853, che aderì all'espressionismo e fu vicino agli ambienti della Bauhaus, senza aderirvi però mai), un'architettura espressione di forze primigenie e misteriose che tendono a liberarsi nello spirito.
In questa ottica assume un valore nuovo il concetto di Fabbrica, intesa non solo come luogo dove si lavora ma come una macchina colossale, frutto di una sintesi di macchina e uomo.
A questo si lega anche il concetto di Capitalismo come vocazione religiosa dove nella religiosità del lavoro industriale si consegue finalmente il pieno dominio dello spirito nella materia.
Anche il significato di Spazio cambia ed esso definito con la funzione, fondandosi sull'organizzazione, sulla coerenza e sulla meccanica del lavoro.
Heidègger definisce lo spazio come distanza da superare (Entfernung) e disposizione delle cose in un dato ordine (Ausrichtung) corrispondente al nostro bisogno di servirci di esse.
Inoltre lo spazio diventa insieme di luoghi, distanze, di direzioni, nel quale noi stessi siamo coinvolti e che mutano di valore con il nostro mutare di posizione nel complesso.
Il fare diventa condizione di ogni designazione di spazio.
Lo spazio del fare si manifesta nella dinamica dei ritmi, nel crescere della forma in una dimensione indefinita e luogo indefinite di reazione.
In conclusione la forma è un grado, una qualità della materia.


La formazione degli architetti.
Il Bauhaus, come ho già accennato in precedenza, ha come punti di riferimento l'esperienza del Werkbund e dell'Arts and Crafts e nasce dalla fusione della scuola d'architettura con quella di arte applicate. Gropius, fondatore del Bauhaus, non intense abbattere l'artigianato ma esso deve progredire nell'industria e di conseguenza con l'industria, ed inoltre considera lo strumento, la macchina un elemento molto importante per l'uomo, perché lo deve sollevare dalla più oppressa fatica fisica e irrobustire la mano dando anche libero impulso alla sua creatività. Il problema più importante sarà scoprire il modo più efficace per distribuire le energie creative nell'organizzazione.
Le capacità dell'artigiano dovranno essere usate per il lavoro di laboratorio e la costruzione di utensili, diventando così operatori materiali nell'industria o più che altro un artista-designer, cioè in grado di realizzare i concetti di altri. Il Bauhaus viene sostenuto dagli uomini più tecnicamente preparati del mondo industriale e dagli intellettuali.
Nel 1925 l'ostilità dei gruppi reazionari, obbligò il Bauhaus ad abbandonare Weimar, trasferendosi a Dessau.
Il Bauhaus è stata una scuola democratica, dove il rapporto e la collaborazione tra maestri e allievi era l'elemento più importante per raggiungere una perfetta unità di metodo didattico e di sistema produttivo.
Per l'intera durata dei corsi maestri ed allievi vivevano nella scuola; la loro collaborazione continuava anche nelle ore di riposo, che venivano impiegate in audizioni musicali, conferenze, letture, discussioni e nell'organizzazione  di rappresentazioni, mostre e gare sportive.
Il Bauhaus tendeva a preparare i giovani, dotati di talento artistico, alla professione di progettisti nell'industria e maestri in arti manuali, come scultore, pittore ed architetto.
Gli studenti del Bauhaus erano poco più di duecento: essi provenivano da tutte le parti della Germania e dall'Austria; la loro età variava da 17 a 40 anni. Per i più poveri, Gropius aveva ottenuto dal Governo della Turingia l'esenzione dalla retta e dalle tasse.
Alla base dell'insegnamento stavano corsi preliminari e coordinati in tutte le arti manuali: il fine era un lavoro in collaborazione nell'arte del costruire.
Nel Bauhaus si poneva come elemento principale di tutto l'insegnamento l'"uomo" e non la "materia".
Fondamento di tale preparazione era un corso preliminare che apriva all'allievo l'esperienza della proporzione e della scala, del ritmo, della luce, dell'ombra e del colore; accanto a questo c'era un altro insegnamento umanistico o cattedratico.
Il suo scopo era di abituare l'alunno ad una percezione esatta ed immediata dei fatti formali
La cultura che si voleva dare all'artista non era un patrimonio d'esperienza, ma una chiara coscienza della realtà.
Il corso durava sei mesi e aveva da un lato lo scopo di sviluppare e condurre a piena maturazione l'intelligenza, sensibilità e idee, dall'altro quello, più generale, di fare evolvere "l'individuo completo", in modo che potesse affrontare ogni aspetto della vita con sicurezza.
La struttura concentrica di tutto il corso di studi abbracciava tutte le componenti essenziali del comporre e della tecnica fin dai primi rudimenti; lo scopo era quello di dare una visione completa di tutto il campo delle attività future.
Con i primi esercizi materiali e sugli utensili, avevano inizio i corsi di composizione.
Accanto alle nozioni tecniche e artigianali l'artista doveva apprendere uno specifico linguaggio formale, acquistando così una conoscenza scientifica dei fenomeni ottici - proporzione, illusioni ottiche e colore - per poter esporre in armonia.

Tirocinio in "bottega".
Durante il corso di studi ogni studente del Bauhaus doveva frequentare una bottega artigiana da lui stesso scelta; durante questo periodo lo studente era seguito sia da un maestro artigiano sia da uno di composizione.
La preparazione era considerata un punto di notevole importanza per la formazione dell'artista; infatti queste botteghe erano laboratori nei quali i modelli dei prodotti erano continuamente perfezionati.
Secondo Gropius "il normale insegnamento del puro disegno non è sufficiente come preparazione", disegnare e dipingere sono mezzi validissimi di autoespressione: foglio, matita, pennello ed acquarello non bastano a sviluppare il senso dello spazio che è tanto necessario alla libertà espressiva.
Ecco che la bottega aiuta l'artista-studente ad affrontare esperimenti tridimensionali, ad esempio l'osservazione del contrasto tra lo scabro ed il levigato, tra il duro ed il soffice, tra tensione e riposo, aiutando così lo studente a scoprire da se, attraverso le proprie mani, le peculiarità dei materiali, la loro struttura e la loro tessitura. Lavorando con i materiali, lo studente comincia ad intendere la superficie, il volume, lo spazio ed il colore. In aggiunta all'abilità tecnica, sviluppa il proprio linguaggio formale. Dopo aver esaurito questi studi elementari, avrebbe dovuto essere pronto a tentare composizioni di sua ideazione. L'allievo avrebbe sperimentato, allora, la propria capacità di effettuare piccole composizioni creative, superando le sue precedenti ricerche intellettuali.

Insegnamento tecnico e formale.
Dopo questa esperienza preliminare basata sul primo corso preparatorio ed il tirocinio nella bottega, lo studente partiva da solide basi per il proprio corso di specializzazione, che si suddivideva in indirizzi secondari: quello tecnico e quello formale.
- Corso tecnico. Si svolgeva in laboratori speciali ed era integrato da nozioni teoriche di tecnologia (materiali e strumenti di lavoro) e da nozioni generali sulla gestione aziendali.
- Corso formale. Si articolava su quelli che erano considerati i tre gradi genetici della forma: l'osservazione (studio particolareggiato della realtà, teoria dei materiali), la rappresentazione (teoria delle proiezioni, tecnica delle costruzioni, disegni e modelli per ogni tipo di costruzione), la composizione (teoria dello spazio, teoria del colore, teoria della composizione). Dopo il corso di tre anni lo studente doveva sottoporsi all'esame sia dei maestri del Bauhaus, sia di quelli dell'Unione Artigiani.

Tirocinio composito professionale.
Il corso di perfezionamento che seguiva era fondato sullo insegnamento dell'architettura e su un tirocinio molto più serio di quello precedente.
Questo tirocinio si svolgeva nel cantiere sperimentale della scuola, con durata variabile secondo le attitudini ed il profitto di ogni singolo alunno.
Durante questo periodo lo studente portava avanti studi architettonici; questo gli permetteva di visitare gli edifici in costruzione, fabbriche di materiali, istituti di ricerca che gli permettevano di stimolare l'immaginazione  e rafforzare la  sua comprensione del fare e del costruire.
Era anche importante lavorare nei cantieri come assistente, imparando così a collegare gli elementi del processo costruttivo, il montaggio delle varie parti edilizie ed i motivi potenziali di contrasto tra i vari imprenditori.
In aggiunta a questo apprendistato, lo studente doveva conoscere e, conseguentemente, studiare la storia dell'arte e dell'architettura.
Dopo questo corso lo studente doveva sostenere, davanti ad una commissione, un esame che lo diplomava Maestro d'Arte.
Successivamente una prova interna lo avrebbe qualificato come Maestro d'Arte del Bauhaus.

L'Architetto secondo Gropius.
Una volta che l'allievo giungeva ad un livello completo di preparazione era pronto per essere considerato a tutti gli effetti un architetto. Secondo Gropius l'architetto doveva possedere specifiche caratteristiche:
a) essere  un coordinatore, il cui compito era quello di unificare i molti problemi sociali, tecnici, economici ed artistici che sorgevano in relazione all'edilizia;
b) avere   una    formazione   sia  concentrica che settoriale. Lo atteggiamento verso ogni specie di composizione (una sedia, un edificio, un'intera città o un piano regionale) deve essere identico sia nelle sue relazioni nello spazio che nei suoi aspetti sociali.

c)  possedere      una    precisa concezione spaziale per esercitare la disciplina architettonica, che si creava solo attraverso una esperienza individuale.

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