LA REPUBBLICA DI WEIMAR




Conclusasi la prima guerra mondiale, il 19 Novembre del 1918 in Germania fu proclamato, dal socialdemocratico Philip Scheidemann, la Repubblica di Weimar.
Il paese esausto dopo l'avventura della guerra ed ora le riparazioni belliche verso i vincitori, gravarono sull'economia del paese provocando una forte inflazione che portò inevitabilmente alla riduzione dei salari, aumentando la disoccupazione fra i ceti operai.
Le classi intermedie - artigiani, piccoli commercianti, impiegati e contadini - furono colpite sia dalla caduta del Marco, sia dal rapido sviluppo del capitalismo finanziario.
La situazione economica della Germania risultò favorevole per gli speculatori, specie quelli di borsa dei cambi con l'estero, e per gli industriali che riuscirono, grazie all'inflazione, a crearsi grandi fortune con l'esportazione. 
Questa situazione economica instabile portò i ceti intermedi a staccarsi dai partiti democratici ed auspicare l'avvento di uno Stato forte in grado di contrastare le opposizioni politiche (comunisti e rivoluzionari socialisti), ma soprattutto impedire il rafforzarsi dei grandi trusts capitalistici.
La nuova repubblica rimaneva sempre più instabile perchè era insidiata sia da destra che da sinistra. Infatti la Sinistra Socialdemocratica estrema (lo Spartakusbund o Lega di Spartaco), fondata da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, voleva tutto il potere nelle mani dei Soviet, era loro intenzione trasformare il Paese in una repubblica di tipo sovietico. Di sinistra era anche il Partito Socialdemocratico che voleva un regime parlamentare ed una politica d'attesa fatti di graduali trasformazioni sociali ed economiche. Da destra la repubblica era insidiata dai circoli militaristici, finanziari e agrari non favorevoli alle istituzioni repubblicane; essi volevano impedire l'affermarsi delle istituzioni democratiche.
Questa situazione di instabilità portò a parecchie insurrezioni e disordini interni che culminarono nella settimana di sangue del Gennaio del 1919, con Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht ed in seguito, in Baviera, con Kurt Eisner.
Il 19 Gennaio 1919 il popolo germanico andò alle urne per l'elezione dei deputati dell'Assemblea Costituente che riunendosi a Weimar, avrebbe dato il nome alla repubblica.
Il Partito Socialdemocratico uscì vincitore dalla consultazione con undici milioni e mezzo di voti per un totale di centosessantatre seggi; il Zentrum, un insieme di monarchici e repubblicani di trepide convinzioni, ottenne sei milioni e ottantanove seggi; il Partito Democratico (DDP) si comportò nel modo migliore totalizzando circa cinque milioni e mezzo di voti e settantacinque seggi; il Partito Tedesco Nazionale (DNV); i conservatori dell'Impero, immutati in tutto tranne che nel nome, ebbero tre milioni di voti ottenendo quarantadue seggi; i socialisti raccolsero meno di due milioni e mezzo di voti pari a ventidue seggi, infine il Partito Tedesco Popolare ebbe ventuno seggi con soltanto un milione e mezzo di consensi.
Ma la situazione economica e politica continuava a cedere; la Germania fu costretta a firmare il Trattato di Versailles che vide la restituzione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, la separazione della Prussia dalla Germania, dalla Slesia Superiore e dalla Posmania, mentre Danzica ottenne la propria libertà. La Germania fu privata di tutte le proprie colonie, si proibì la fusione con l'Austria, si impose l'occupazione militare della sponda sinistra del Reno ed infine l'esercito tedesco fu ridotto a cento mila uomini. Il Trattato inoltre prevedeva la consegna da parte della Germania dei criminali di guerra. Intanto il 31 Luglio del 1919 l'Assemblea di Weimar raggiunse un accordo approvando una nuova Costituzione, la Germania divenne una repubblica democratica e rimase uno Stato federale in cui però i poteri dei vari Lander erano stati diminuiti.
Subito furono messe in atto nuove regole e procedure; le elezione del Reichstag, l'organo legislativo della Nazione, sarebbero avvenute con il suffragio universale al compimento dei venticinque anni d'età. Inoltre il principale organo esecutivo, il Consiglio dei Ministri, sarebbe stato responsabile nei confronti del Reichstag.
La situazione era sempre più preoccupante; con l'elezione di Walter Rathenau a Ministro degli Esteri si vennero a creare problemi molto più seri  di prima: Francia ed Inghilterra diedero vita ad una politica anti tedesca e la commissione per il risarcimento dei danni di guerra dichiarò ufficialmente insolvente la Germania 1923 un contingente franco-belga occupò la Ruhr per sfruttarne le miniere e le industrie a garanzia delle riparazioni insolute. In campo economico la Germania ebbe un tracollo spaventoso, la moneta diminuì paurosamente e l'inflazione raggiunse dimensioni fantastiche.
Intanto, in campo politico, si era venuto a formare il partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei) che premeva contro il nuovo regime proponendo sistemi demagogici e conservatori.
Al nuovo  partito aderì un oscuro reduce di guerra austriaco, Adolf Hitler che ne divenne il capo.
Le sue tesi trovarono ben presto eco presso i ceti piccoli-borghesi perché erano guidati dalle loro vane promesse di poter riconquistare la propria dignità sociale, contro il proletariato e contro il grande capitale.
All'inizio i nazionalsocialisti erano in pochi, ma il partito venne ingrandendosi nel corso della grande crisi economica e politica del 1923; crisi che portò lo stesso Hitler ad approfittare della situazione tentando di impadronirsi del potere del Land della Baviera. Ma il leader fallì nel suo intento e venne arrestato.
Negli anni successivi, tra il 1925 e il 1929, l'industria tedesca segnò una forte ripresa. Questo fu favorito anche dalle nuove disposizioni del finanziere e uomo politico Charles G. Dawes, il quale propose l'evacuazione della Ruhr, una considerevole riduzione dell'ammontare di risarcimenti e la concessione di prestiti alla Germania.
Questa sorprendente ripresa economica accrebbe il peso politico dalla destra, che portarono alla presidenza della repubblica l'ex comandante supremo dell'esercito, il maresciallo Hindenburg, divenuto ricco in tempi di inflazione, che stava conquistando il controllo sui mezzi di comunicazione.
Intanto, mentre i nazisti e i loro alleati vedevano ridotto il loro campo d'azione ed erano costretti a un'attesa impaziente e i comunisti persistevano nella loro opposizione, i socialdemocratici acquistavano forza.
Il 28 Giugno del 1928 H. Muller costituì un ministero di "personalità" ed inoltre Stresemann ritornò come ministro degli esteri. Questo portò Hindenburg ad assumere la direzione del partito nazionale e prendere contatto con Hitler. I nazisti tennero il loro primo congresso di partito a Norimberga proclamando le loro dottrine razziali.
Nel 1928 Francesi, Inglesi e Tedeschi avevano concordato la nomina di una commissione di esperti che analizzasse una volta di più la capacità della Germania di pagare i risarcimenti di guerra.
Il 7 Giugno 1929 si sottoscrive un accordo secondo cui la Germania avrebbe avuto la completa autonomia nella propria politica economica, ma avrebbe dovuto continuare il pagamento dei risarcimenti in modo graduale.
La reazione tedesca fu prevedibile, infatti Muller e Hindenburg denunciarono con violenza l'accordo, da destra si lanciarono accuse velenose, i Repubblicani si difesero con forza e l'approvazione venne procrastinata. Ma la situazione si capovolse perché il Reichstag votò l'approvazione del piano e Hindemburg lo firmò. Intanto il 3 Ottobre 1929, dopo la morte di Stresemann, successe Curtis.
Con la morte di Stresemann la destra del suo partito riprese forza e la progressiva disgregazione della coalizione di Weimar continuò. Intanto però la situazione economica mondiale si stava incrinando e alla fine di Ottobre del 1929 il crollo della borsa di Wall Street, fece sentire le sue ripercussioni in tutto il mondo dove cominciò la grande crisi. Le esportazioni non vennero più rinnovati.
In conseguenza di ciò i fallimenti si moltiplicarono e la disoccupazione crebbe inesorabilmente.
Il 27 Marzo 1930 il gabinetto Muller si dimise e il giorno seguente Hindemburg incaricò Bruning di formare un governo di personalità. Bruning promise la prosecuzione di una politica di conciliazione all'estero, richiese una azione vigorosa nella sfera economica, infatti il suo programma fu accentrato sulle tariffe agricole, l'aumento delle imposte sulle entrate indirette, austerità da parte del governo, manovre deflazionistiche destinate a confortare i conservatori e a gettare lo sgomento fra gli operai.
L'inefficacia di tali misure portò a un malcontento generale e fra le veementi proteste dei deputati, Bruning sciolse il Reichstag e indisse le elezioni per il 14 Settembre 1930.
La campagna elettorale registrò nuovi vertici di demagogia e violenza.
In queste nuove elezioni i Socialdemocratici mantennero le loro posizioni conservando una rappresentanza parlamentare di centotrentadue seggi. Il Zentrum guadagnò mezzo milione di voti ed aumentò i propri deputati da settantotto ad ottantasette, gli altri partiti persero voti e seggi. I reali vincitori furono però i Nazisti che balzarono da ottocentomila voti a quasi sei milioni e mezzo, da dodici a centosette seggi.
Bruning rimase al governo fino al 30 Maggio 1932, mentre la disoccupazione cresceva, la miseria si faceva estrema, la violenza si innalzava, si infittivano i segni dell'agonia repubblicana. I Nazisti cominciarono a commettere eccessi verso negozi ed appartamenti di Ebrei, la loro stampa predicò l'azione contro i Repubblicani, Democratici, Comunisti ed Ebrei.
Nel 1923, intanto, si svolsero le elezioni presidenziali da cui Hindemburg ottenne diciotto milioni e mezzo di voti, Hitler quasi undici e mezzo,  il comunista  Thaelmon  circa  cinque e Duesterberg due e mezzo.
Tre giorni più tardi il Presidente sciolse entrambe le associazioni paramilitari naziste, le Camicie Rosse (SA) e le Camicie Nere (SS), ma in una serie di elezioni i Nazisti consolidarono la propria forza, portando il Presidente a dimettersi; mentre Hindemburg destituì il Gabinetto Bruning ed al suo posto fu nominato Franz Von Papen.
Il 4 Giugno 1932 Hindemburg sciolse il Reichstag ed indisse le nuove elezioni per la fine di Luglio e revocò il bando contro le SA e le SS che così ottennero una grande vittoria.
Il 20 Luglio Von Papen destituì il Gabinetto socialdemocratico prussiano assumendone le funzioni come "Commissario del Reich".
Dopo le elezioni, che si risolsero in una sbalorditiva vittoria dei Nazisti, Von Papen cominciò a negoziare con Hitler ma per il momento non ebbe nulla di quello che desiderava.
Dopo varie elezioni i Nazisti cominciarono a prendere piede ottenendo due milioni di voti per trentaquattro seggi in Parlamento.
Intanto Schleider assunse la guida di un Ministero ma non fu accettato e si dimise; Von Papen decise di usare Hitler come paravento per persuadere Hindemburg e nominarlo Cancelliere. Ma Hindemburg cedette e nominò Hitler in qualità di Cancelliere della Germania.

La Repubblica era defunta tranne che nel nome ed alla morte di Hindemburg, Hitler costituì il III Reich.

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